Nato a Salerno, dove ha conseguito la maturità classica, Vincenzo Aruta è alla sesta pubblicazione tre romanzi "Americhe e pietre perdute", "Plenilunio sul Draa" e "L'uomo del lago e il serpente" e tre sillogi "Immagini e sensazioni", scritto in età giovanile, "Le città dell'anima e altri piccoli amori" e "Fiotti di luce come flussi di memoria", editi lo scorso anno, sono le opere dell'autore, giunto all'impegno letterario soltanto nella piena maturità.

Operatore sanitario presso l'ospedale Monaldi di Napoli, oggi in pensione, vive ad Arzano, cittadina dell'hinterland napoletano, famosa per il "Io, speriamo che me la cavo", dove ha ricoperto in passato diverse cariche pubbliche. Adesso attende alla stesura di una nuova silloge che sarà tradotta in arabo e al rifacimento del romanzo "Plenilunio sul Draa".

Sono un viaggiatore incantato nel labirinto delle parole e dei sentimenti.

Attraverso le stagioni della vita, ho scelto di raccogliere solo i frutti più dolci, di trasformare ogni esperienza in un racconto, ogni emozione in versi che danzano sulla pagina.

La mia penna è stata la mia compagna più fedele, un'ancora di salvezza nei momenti bui e un raggio di luce nei giorni luminosi.

Ogni parola che scrivo è un frammento della mia anima, un invito ai miei lettori a immergersi nelle profondità del mio essere e a scoprire la bellezza che risiede nelle pieghe dell'esistenza umana.

E così, con ogni pagina che scrivo, cerco di trasmettere il meglio di me stesso, di condividere con il mondo la mia visione del mondo, ricca di speranza, amore e compassione.

Perché, alla fine, ciò che conta davvero non è quanto abbiamo vissuto, ma quanto amore abbiamo versato nel mondo attraverso le nostre parole e azioni.